среда, 22 января 2014 г.

isola Sukho

Nella parte sudorientale del Lago Ladoga si trova una piccola isola disabitata che si chiama Sukho (translitterato anche Suho) su cui e' rimasta la costruzione di un faro abbandonato. È situato a 20 chilometri dalla costa sud del Lago Ladoga ed ha una forma di ferro di cavallo irregolare.
Poca gente sa che questo piccolo pezzo di terreno di 90 per 60 metri ha salvaguardato le vite di migliaia di persone, di quelli che hanno sofferto fame e privazioni durante l'assedio di Leningrado.
L'assedio di Leningrado (oggi San Pietroburgo), durante la seconda guerra mondiale, durò dall'8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944, data in cui si celebra ufficialmente la liberazione della città, mentre l'assedio ebbe termine il 18 gennaio 1944. L'ultimo collegamento ferroviario con Leningrado si ebbe il 30 agosto 1941, quando i soldati tedeschi raggiunsero il fiume Neva. Questa data segna l'effettivo inizio dell'assedio della città.
Sukho e' un’isola artificiale, fu creata all'inizio del XVIII secolo secondo l'ordinanza di Pietro I il Grande da  un bassofondo esistente per garantire la navigazione sul lago. L’insenatura è stata costruita nella parte sud-est poiché il vento orientale soffia qui di rado. Nel 1891 fu costruito l'edificio di pietra alto del faro.
Durante la seconda guerra mondiale sull'isola c'era la base delle truppe sovietiche che dovevano coprire le scorte che portavano il cibo a Leningrado assediata. La guarnigione era piccola: solo 90 persone; dell'armamento facevano parte solo una batteria 100-millimetri di tre cannoni № 473 e di tre mitragliatrici.
I fascisti conoscevano bene il valore di questa base sul Ladoga e il comando tedesco iniziò a preparare l'operazione "Brasile" per la cattura. Il 22 ottobre 1942 trenta navi nemiche nonostante la neve e il maltempo, cominciarono il movimento verso Sukho. Dall'aria sostenevano le forze della Luftwaffe.
Purtroppo i difensori dell'isola scoprirono tardi l'avversario, solo quando le navi dei tedeschi gia’ erano a 5,5 chilometri dalla base. Nonostante ciò riuscirono a organizzare rapidamente la resistenza e colpirono con i primi spari della batteria alcune navi tedesche.
Comunque questo fu insufficientemente. Una parte delle navi nemiche dopotutto raggiunsero l'isola e fecero atterrare circa 100 persone, sull'isola Sukho in quel momento erano presenti solo 70 soldati e ufficiali dell'esercito Rosso. Sebbene i difensori della base fossero sostenuti dall'aviazione e dalle forze della flottiglia dei militari di Ladoga, il destino della battaglia fu deciso dal combattimento corpo a corpo.
Quarta ora di forte combattimento corpo a corpo. La batteria va bombardata dagli aerei. Di noi da 70 siamo rimasti 13, feriti 32, gli altri sono caduti. Cannoni 3, sparati 120 colpi. Con 30 lanciafiamme abbiamo affondato 16 chiatte, ed una ne abbiamo catturata. Battuti molti fascisti …

Comandante della difesa Gusev I. K.
Il 22 ottobre 1942.
— Lapide commemorativa sull'isola Sukho

Il nemico non conquistò l'isola Sukho e migliaia di persone a Leningrado assediata rimasero vive. 

Dopo la guerra sull'isola c'era la stazione meteorologica. Adesso l'isola è disabitata, gli ultimi custodi del faro la lasciarono alcuni anni fa, ma il faro funziona regolarmente.
isola Sukho foto di Alexander Kutishev

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